disturbi d’ansia :sono molto diffusi e spesso accompagnano molte persone per tutta la vita senza che riescano a risolverli.
Disturbi d’ansia
Improvvisamente l’individuo diventa irrequieto e affannoso e prova apprensione per qualsiasi cosa: le sensazioni sono talmente forti che talvolta provocano dolori fisici insopportabili.
Se i disturbi d’ansia si presentano con una certa frequenza diventa una condizione affettiva permanente che implica una terapia per alleviarla.
Negli ultimi anni le ricerche e gli sviluppi nell’ambito delle neuroscienze e della psicobiologia hanno permesso di fare passi avanti nella cura dei disturbi d’ansia apportando migliorie nella vita di chi ne è affetto.
sintomi disturbi
I sintomi dei disturbi d’ansia sono soggettivi ma in genere alcuni di essi sono comuni in ogni paziente.
I più frequenti sono formicolio, rigidità e dolori muscolari, tremori, debolezza, vertigini, sbandamenti, cefalea, respiro corto e mancanza d’aria, senso di soffocamento, sensazione di un peso sul torace, rash cutanei, arrossamenti tipo orticaria, tachicardia, palpitazioni, ipertensione, senso di svenimento, nausea, diarrea, gastrite e reflusso gastroesofageo, inappetenza, colon irritabile, digestione difficile e lenta.
I disturbi d’ansia sono spesso accompagnati anche da sintomi depressivi e non vengono curati costituiscono un altro elemento di stress che aggrava la situazione.
Dsm
Il Dsm è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, un libro di riferimento pubblicato dalla American Psychiatric Association ( APA ) che classifica le condizioni di salute mentale.
I disturbi d’ansia classificati nell’ultima versione del DSM-5 sono: Disturbo d’ansia da separazione, Mutismo selettivo, Disturbo d’ansia sociale, Fobia Specifica, Disturbo di panico, Agorafobia, Disturbo d’ansia generalizzato, Disturbo d’ansia da condizione medica, Disturbo d’ansia non altrimenti specificato, Altro Disturbo d’ansia specifico.
Nel DSM è specificata la necessità di porre particolare attenzione sulle somiglianze ma soprattutto sugli aspetti che distinguono questi disturbi da quelli d’ansia e di ravvicinare la classificazione americana a quella dell’ICD (Classificazione Internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta dall’OMS).